
Il Cammino di Santiago
da laico

Ultime considerazioni prima del rientro.
Dal Diario del Viandante
Cielo de España 25 Junio 2013
Siccome in aereo non c'è niente da fare, prendo a scrivere due riflessioni su questo viaggio.
Ne è valsa la pena?
Sicuramente sì. Una scelta sconsiderata, o quantomeno, che non ha tenuto totalmente conto di quelo che rientrava nelle mie possibilità e di quello che andava oltre il buon senso, di quel buon senso che dovrebbe costituire corredo acquisito di ciascuna persona che abbia la mia età.
Non credo che sia stata presunzione, è una caratteristica che non mi riconosco, ma di certo devo riconoscere un po' di avventatezza (quasi "giovanile").
La mia Compostela
La prova era un po' al di sopra e se non fosse stato per Letizia e Lorenzo, forse avrei mollato nei giorni in cui il corpo non rispondeva più e i dolori del fisico e dell'anima si fondevano in una miscela esplosiva e insopportabile anche per i miei standard.
Ma non posso che dire che è stata utile, molto utile, ho visto i miei limiti, li ho toccati, ho visto quelli degli altri. Ho camminato per oltre 8oo chilometri, ho attraversato montagne alte oltre 1000 metri, ho visto distese verdi di grano agitate dal vento e sono stato in distese dove girando l'occhio ai quattro punti cardinali, ho realizzato che l'unica forma di vita umana ero io.
Ho sofferto dolori fisici, ho acquisito la consapevolezza di cosa rappresenti realmente mangiare, bere e dormire. Ho avuto in molti momenti la paura di diventare una delle tante, tantissime lapidi che costeggiano il Camino e lo corredano.
Ho incontrato molti lati negativi dei comportamenti delle persone, bilanciati (per fortuna) da comportamenti di raro slancio caritatevole, finalizzato all'aiuto di un proprio simile.
È un'esperienza forte e bisogna che uno se la viva da solo. La compagnia di fornisce sicurezza, ma non mette a nudo le debolezze e i difetti. La compagnia ti infonde coraggio e difficilmente ti consente di metterti di fronte a te stesso. È l'ideale in altre situazioni, non quando ci si aventuri nei territori dello spirito e dell'individuo.
Potrei considerare il mio Camino come una via di mezzo fra lo spirituale e il religioso, nel senso che forse cercavo qualcosa. Alla fine devo riconoscere che Dio è una risposta che non ho avuto e che non ha avuto neanche lui.
Per fortuna, lo spirito, il senso delle cose, i grandi valori che dovrebbero costituire patrimonio di ogni singolo essere umano, quelli ci sono tutti, bene in ordine e non ne manca alcuno.... e questa è già un'ottima conferma.
Sono piuttosto contento delle persone che ho incontrato, seppure mi renda conto che quella era una realtà particolare, quasi primitiva, completamente avulsa dal mondo in cui ciascuno di noi è quotidianamente proiettato.
Ma intanto sappiamo che c'è e che, se vogliamo, quella realtà si può concretizzare in qualunque momento lo desideriamo.........
basta partire.