
Il Cammino di Santiago
da laico

Tempo e timore.
Il tempo passa, anche Berta si è maritata e si avvicina il giorno in cui ci sarà l'avvicinamento alla partenza per l'impresa.
L'ansia cresce e con essa il timore di avere mirato troppo alto rispetto alle bassezze in cui vivo, ma poco importa, ormai siamo in ballo e balliamo, a costo di sentire il dolore ai piedi che il cammino non ci fa sentire.
Da lunedì la preparazione dello zaino sarà la principale attività, al secondo posto la ricerca del biglietto che sia di aereo e treno o di solo treno o di treno e pulman, poi la pianificazione di strumenti da portare, sperando che l'esagerazione non prenda il sopravvento.
L'ansia cresce, il timore cresce e con loro cresce la curiosità delle motivazioni che mi hanno spinto in questa direzione impegnativa.
Con 20 km. al giorno ho un percorso che si copre in 40 giorni, quaranta lunghi giorni di fatica fisica e mentale, ma la distanza è alla mia portata, con un'andatura calma 20 chilometri si percorrono in 5 ore, da allungare a 6, 6 e mezzo se si considera le opportune pause per il necessario riposo.
Se poi, dalla seconda settimana, il fisico lo consentirà, staremo a vedere se la distanza potrà essere dilatata o dovrà subire una contrazione.
Insomma, per farla breve, mi convinco ogni minuto che passa che programmare una cosa di questo genere non è stupido, è inutile. Troppe sono le variabili che interverranno nel corso dell'attuazione e troppo diversamente gestibili a seconda del fisico, dello stato d'animo, dei pensieri che si elaborano e della voglia di fare il passo successivo.
Più che un work in progress, una vera jam session di jazz.
4 maggio 2013