
Il Cammino di Santiago
da laico

A piedi o in bicicletta?
Ho incontrato Benedetto.
Era venuto a sentire il concerto in cui suonavo e, subito dopo l'esibizione, ci eravamo scambiati le impressioni sulla serata e cominciato a chiaccherare, come spesso accade di arte e delle sue influenze sulla nostra vita.
Succede in queste occasioni che ci siano anche altri amici, che con crescente cicaleccio parlino di quello che è accaduto, i soliti complimente e le amenità varie fra le quali, la notizia della mia intenzione di fare il camino.
Benedetto ha preso molto seriamente la cosa (cosa che non tutti hanno fatto) e mi ha chiesto; "lo fai in bici?"
"No" ho risposto " avevo intenzione di farmela a piedi, così, tanto per raccogliere meglio le idee".
Lui ci ha pensato un poco e poi ha affermato:" credo che la bicicletta sia più congeniale a un'esperienza di questo genere, vedi il paesaggio che scorre, e puoi pensare con maggiori energie, ma non così provato fisicamente come se tu camminassi. Potresti avere un pensiero più completo, più aperto e più libero."
Non avevo mai riflettuto sulla possibilità di fare il camino in sella, una cosa da aristocratici, con due ruote, invece che con quattro zampe, ma pur sempre da aristocratici.
Guardando la rete, scopro che anche la bicicletta ha la sua brava organizzazione e che molti sono coloro che affrontano questa avventura col supporto dei pedali.
La tesi di Benedetto è supportata dalla vasta letteratura del teatro dinamico di Eisenstein, dove le azioni venivano animate da scenografie in movimento grazie al supporto dei rulli, quando non direttamente disegnate su rulli verticali che ruotava collo svolgersi dell'azione.
Ma il lento evolversi del pensiero del pellegrino a piedi e la crescente fatica che grava sulle sue spalle, porta l'esperienza interiore a svilupparsi nell'introspezione più esasperata, o almeno osì io me la immagino nella mia fantasia di uomo alla ricerca dell'uomo.
Il pensiero del filosofo a due ruote, ha un andamento altrettanto lento, ma più dinamico e, se diluito in tempi lunghi, con un rapporto certamente più agevole con la fatica fisica.
In effetti, pensandoci bene, sono due esperienze dello spirito che potrebbe valere la pena di vivere.
11 marzo 2012