
Il Cammino di Santiago
da laico

La stoffa si fa spessa - 4 giugno 2013
Se il cartello che fa bella mostra di se' fuori dal bar, dove ho pranzato a base di bocadillo con tortilla de patatas e una caña, dice il vero, siamo al bel risultato che mancano km. 405 a Santiago de Compostela, vale a dire che meta' dell'opera e' fatta.
Lo so che siamo tutti dediti ai facili entusiasmi, ma e' gia' di per se' un bel risultato, considerando poi che pensavo peggio, e quando mi scordo, compaiono le lapidi dei pellegrini morti nel Camino, a rammentare che siamo al mondo, e' vero, ma ci siamo di passaggio e non sappiamo quando questo passaggio cambiera' sentiero.
Comunque sia Carrion de los Condes e' stata raggiunta e con lei una significativa padellata di chilometri e' stata cucinata a dovere.
La nota di demerito spetta all'Albergue Municipal di Boadilla del Camino, sciatto, maltenuto, con personale orrendo e in forte debito verso la civilta', non avendo preso ancora in considerazione la fine della II guerra mondiale.
Le note di merito sono invece un'infinita': la prima agli spagnoli di questi paesini che sono attraversati da quest'orda piu' barbarica che mistica e che, nonostante tutto, non si approfittano della posizione di dominanza; la seconda ai paesaggi, Navarra, Rioja, Burgos, Palencia, tanto per citare quelli percorsi fino ad ora. I mari di grano, perennemente agitati dal vento che fa loro cambiare colore in continuazione, farebbero diventare poetico anche chi non ha attinenza alcuna con la poesia.
Il tempo e' migliorato da due giorni e la vita cambia radicalmente. Si cammina piu' volentieri e se e' vero che il caldo fa aumentare la fatica, non ho alcun rimpianto per quelle centinaia di chilometri percorse sotto la pioggia, il vento, la grandine e la nebbia, inzaccherato nel fango dei sentieri..
Vero e' che le prove vere devono ancora arrivare, ma per il momento 25 km. al giorno sono ancora alla portata della stragrande maggioranza delle persone che ho conosciuto, purche' non si facciano bischerate.
Quando gira male, gira male, ma quando gira bene, ti rendi conto che fare un viaggio di questo genere porta al tuo spirito aspetti inimmaginati e di forte contenuto.
Le persone, c'e' tutta un' ONU in movimento, si parlano, si sorridono, ci si aiuta e ci si perde. La storia della vita di ciascuno di noi. Ma qui non c'e' il dolore della perdita, perche' si sa che il giorno dopo altri compagni di viaggio ci terranno compagnia per il tempo strettamente necessario, perche' comunque la si pensi, e' bene ricordare che questa non e' una scampagnata, e' un impegno fisico e spirituale molto pesante, che e' bene affrontare da soli, perche' come diceva il poeta : " quando si muore si muore soli" e anche quando si nasce, mi verrebbe da aggiungere.