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Il traguardo - 23 giugno 2013

 

Ogni bella storia ha la sua fine, anche ogni brutta storia ha la sua fine, ma questa e' una bella storia.
Il Camino de Santiago e' una metafora della vita, si parte carichi di entusiasmo e di aspettative, ci si lascia prendere la mano fin quando il conto viene presentato..... e maggiore e' la sconsideratezza delle cose fatte, maggiore sara' il prezzo che dovremo rendicontare.

L'esperienza umana che si cela dietro questo duro, durissimo percorso, non ha assolutamente prezzo. Forse e' questo il lato piu' bello del Camino, si e' di fronte ai bisogni primari e ad altri umani con gli stessi identici bisogni. Non ci sono le sovrastrutture che falsificano la nostra ordinaria vita quotidiana.

Ci si trova di fronte alle miserie umane, comprese le nostre, quelle inaspettate, quelle che avevamo nascosto talmente bene da essercene dimenticati. Ci si trova di fronte, dicevo, e bisogna affrontarle, bisogna trovare soluzioni tanto semplici, quanto immediate.

Brutta faccenda la miseria umana messa a nudo dai bisogni primari quotidiani e acuita dalla stanchezza fisica, ci viene incontro quello che siamo veramente, nel profondo e non sempre ci piace, ma qui, contrariamente alla vita quotidiana, non abbiamo tempo di crearci alter-ego, qui dobbiamo convivere pienamente con quello che troviamo e accettarlo..... o prendere un aero per andare a casa.

Un percorso di vita che fa bene a chi vuole ripercorrere quello che non e' piu', a causa di tutte le sovrapposizioni che il vivere moderno ha pazientemente costruito con inutilita' di vario genere, rese falsamente prioritarie a vario titolo.

Normalmente, non consiglio mai, ma se uno/a sente il languorino di recuperare qualcosa, si alleni un po' sia nel corpo che nello spirito e lo faccia, ne vale la pena.

 

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