
Il Cammino di Santiago
da laico

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Amicizia?
Nel social network più famoso del mondo abbiamo anche i gruppi dedicati al pellegrinaggio verso Santiago de Compostela. Mi sono iscritto a un paio e sono rimasto stupefatto dal clima cordiale che si genera quasi sempre fra gli iscritti.
Tutti parlano e fraternizzano come se si conoscessero da sempre. Viene allora da chiedersi: la famosa regola che differenzia i gradi di conoscenza dall'amicizia è valida anche nell'ambito degli umani che si cimentano nel Camino?
Istintivamente verrebbe da rispondere di sì, ma la risposta che conta è no. Un triste e inesorabile no.
Negli 800 chilometri del Camino ho incontrato moltissime persone, alcune mi hanno dato moltissimo, altre molto, altei ancora nulla, a molte (forse) ho dato io, ma la situazione è particolare e non si può in alcun modo collegare alla vita reale.
Il Camino è una specie di universo parallelo dove tutte le persone hanno un unico fine, arrivare a Santiago de Compostela. Questo lasciapassare accomuna le persone e consente il verificarsi di situazioni di reciproca assistenza e supporto che altrimenti sarebbe impensabile.
La discriminante più importante, la motivazione, non viene mai, o quasi mai, affrontata.
Quindi se la spinta è determinata da fede, moda, sport, spiritualità, evasione, vacanza o altro ancora, sembra non apportare alcuna differenza.
Ma come? anche solo nelle tipologie riconducibili alle motivazioni elencate, ci sono abissi di incompatibilità che renderebbero matto qualunque essere umano di buon senso.
Il Camino è un'esperienza che accomuna, che permette di solidarizzare, ma l'amicizia è un'altra cosa.
Ho incontrato persone sulle vie per Santiago, con le quali ho stabilito una qualche relazione, ma posso considerarle amiche? No, non posso. Ma posso sempre considerarle persone che, come me, cercavano qualcosa e forse la cercano ancora, come io ancora la cerco.
Queste persone condividono con me una curiosità e questa è una base eccellente per avviare un processo di conoscenza reciproca che potrebbe portare alla nascita di un'amicizia.
La condivisione di un momento importante della propria vita è "solo" questo, ma potrebbe diventare in futuro qualcosa di diverso. Basta che ci si muova nel senso giusto, che resta quello dell'avvicinarsi agli altri senza il timore che genera la completa ignoranza dell'altro. In questo caso, si sa che esiste un legame profondo di gioia e sofferenza, che non si può scordare, ma appartiene alla sfera ristretta delle situazioni eccezionali..
Postilla 1 - Ripensando sugli aspetti sopra descritti delle frequentazioni occasionali che si consumano lungo il Camino, mi era balenato un parallelo col cameratismo che è proprio dei commilitoni o degli appartenenti alla stessa squadra sportiva.... Ripensandoci, il parallelo non calza, in quanto i tempi di convinvenza sono assai ristretti e, comunque, non tali da permettere lo sviluppo di un sentimeno amicale.
Postilla 2 - Se non la si può assimilare all'amicizia, la frequentazione che si svolge sul Camino è comunque da considerare un sentimento dalle sfaccettature misteriose e, per molti versi, incomprensibili, la cui capacità di coinvolgimento è, comunque, elevata.