
Il Cammino di Santiago
da laico

I tempi stanno cambiando?
Sono i tempi che cambiano o siamo noi? E meglio ancora, siamo noi che cambiamo i tempi o che ne siamo cambiati? E ancora di più: cosa c'entra tutto questo col Camino de Santiago.
Sono passati tre mesi dal ritorno e non si può certo dire che l'esperienza sia conclusa. Ad esempio l'idea di ripetere il Camino non è più così remota come lo era giorni fa e, seppure l'antica questione del rapporto con Dio non abbia ancora trovato una collocazione (ammesso e non concesso che la trovi mai), l'evoluzione stessa dello spirito e dell'essenza umana spinge in quella direzione.
I pensieri riescono a trovare un loro punto di arrivo e si combinano con altre intuizioni, per poi ripartire a ricomporsi con combinazioni diverse.
Ma è così, lasciando la mente libera di creare immaginazione, che ho trovato un'altra domanda al perchè il Camino, che cosa ho trovato, che cosa mi ha dato.
Il discorso è semplice e complesso allo stesso modo: il Camino de Santiago sfronda tutti gli inutili orpelli legati a una società e a un modo di vivere senza senso, per riportare l'uomo di fronte all'essenzialità della vita, come se fosse possibile ritornare alla primissima infanzia, quando mangiare e dormire erano le priorità e piangere e ridere per esprimere i propri sentimenti erano le manifestazioni principali.
Poi abbiamo imparato a complicarci l'esistenza, ma il Camino ti obbliga a fare i conti con questi aspetti della vita, perchè te li mette di fronte con brutalità.
Molte persone, da quando sono tornato, mi hanno detto di avere riscontrato accentuato il fatto che guardi gli altri quasi con commiserazione, come se fossi in un paradiso di rivelazione e gli altri nell'affannosa ricerca del senso; per dirla in parole povere e tranchant, come se io avessi capito tutto, fossi stato illuminato e gli altri no.
Può darsi che questo aspetto della mia presuzione sia venuto fuori accentuato, ho sempre guardato il mondo con l'occhio di chi sta sulla collina per allontanarsi dalle miserie umane, ma ha perso quel senso di superiorità che mi portavo dentro da sempre. Guardo le miserie umane con compassionevole carità, seppure reagisca con forza quando si cerchi di annoverarmi in valori e categorie che, malgrado tutto, non mi appartengono più.
In questo senso ripartirò per il Camino, forse il prossimo anno, forse fra due (salute permettendo) perchè l'essenzialità della vita è entrata con prepotenza fra i miei valori e questo sta destrutturando tutte le mie convinzioni, per portarmi non so ancora dove, ma di certo in un posto diverso.
26 settembre 2013