
Il Cammino di Santiago
da laico

Il respiro.
Che Dio abbia alitato il suo respiro nell'ammasso di argilla che aveva in qualche modo abbozzato a sua immagine e somiglianza, dando così origine all'umanità, è raccontato dalla Bibbia, il libro scritto da segretari umani la cui mano è stata scelta e guiidata direttamente dal Creatore.
Questo particolare in un racconto che stabilisce la centralità e la supremazia dell'essere umano sugli altri esseri che pur di essere affermata con la protervia che ci contraddistingue, viene fatta discendere addirittura dal Creatore.
Ma l'immagine più forte del racconto è l'alitare il proprio respiro per dare anima a una massa di fango e renderlo vivo.... il fango, investito dall'alito divino ha preso vita e anima.
Già.... la descrizione dell'allegoria della creazione di una facoltà di pensiero forse autonomo, che è propria dell'uomo e non degli animali, perchè insufflata direttamente da Dio.
Quindi il centro dell'attenzione è il soffio, l'aria...il respiro.
L'uomo vive perchè respira e se respira bene, vive bene, se cessa di respirare, ahimé muore.
In questo la lentezza, a volte esasperante, del Camino apre orizzonti inattesi, si scopre come usare l'aria, innanzi tutto per affrontare la tremenda fatica a cui molti dei pellegrini (io in testa) non sono abituati; ma quando il fiato si fa corto e si deve comunque andare avanti, perchè la fine è a Santiago, si scopre che si può imparare a respirare, a perpetuare il miracolo dell'alito di Dio in modo autonomo, in modo tale che l'aria rivitalizzi il nostro corpo provato e lo rigeneri.
Il respiro diventa il carburante indispensabile per andare avanti e l'atto del respirare assume, giorno dopo giorno, l'importanza che la Natura gli aveva riservato, ma che la frenesia quasi folle della vita quotidiana ci aveva fatto dimenticare, o, quanto meno, fatto apprezzare in modo non adeguato.
La lentezza del Camino ci prende per mano e, quando la fatica si fa importante, ci insegna a inalare l'aria necessaria e a espirarla correttamente, in modo che i passi non siano un ostacolo insormontabile e si dispongano spontaneamente nel coprire la distanza che ci separa dal riposo.
Molti pensano che il respirare meglio da un certo punto in poi del Camino sia determinato dal maggiore allenamento. Abbiamo più volte affermato che non stiamo trattando di un'impresa sportiva, ma molto più "banalmente" di un percorso dello spirito che vede protagonisti anche persone che nulla di atletico hanno.
Il Camino di Santiago si fa con la testa e si imparano cose che abbiamo abitualmente sotto gli occhi, ma che non vediamo perchè siamo concentrati su altri aspetti, per lo più inutili.
14 settembre2013