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L'importante è esagerare

 

Dal diario del Viandante

Boadilla del Camino 3 junio 2013

 

Oggi tappa gigante, il sole splendeva (era ora!) e alle 11.45 ero giunto a Castrojeriz, arrivo della tappa programmata.... una sosta al bar di un albergue privato con una californiana, un'irlandese, un austriaco e due tedesche, alla seconda birra, decido che è meglio camminare che prendere una sbornia, d'altronde la giornata è talmente bella che merita un piccolo sforzo in più..... ma andiamo con ordine.

Notte tranquilla, nonostante la camera ospitasse dieci persone e sveglia alle 6.00. I preparativi si svolgono con la massima calma e alle 7.40 sono per strada in direzione Hontanas (10,6 km. dopo le mesetas), dove ho previsto di fare la colazione.

Mi fanno male le gambe e i piedi. Sono partito con le scarpe da jogging, forse la scelta non è stata felicissima, ma era l'unica che avevo, dopo le lesioni che mi sono procurato coi sandali.

Alle 10.00 sono seduto a un tavolino dell'albergue municipal di Hontanas, in compagnia due trentini, un'amaericana, un'irlandese  e un austriaco, a cui si aggiungono, poco dopo,  un'inglese, uno spagnolo, uno svedese e un olandese... insomma, una sorta di circolo della Legione Straniera, come avrebbe detto il buon Braccini, mio vecchio insegnate di Storia dell'Arte.

La colazione ha un potere miracoloso, mi passano tutti i dolori e alle 11.45 sono a Castrojeriz,

E ora? e ora si beve una caña.... Fatto! e ora? e ora se ne beve un'altra..... Fatto! e ora?... E ora non posso certo ubriacarmi, soprattutto non voglio: vado via. Dove?...... Via!

La strada deve passare un poggio con una salita piuttosto impegnativa anche se breve (per fortuna), ma non per questo priva della lapide in ricordo di un pellegrino caduto. Arrivo in cima con un po' di fiatone e mi siedo su una panca che trovo, per riprendere fiato.

Parlo al telefono con due amici pisani e bevo una bottiglia d'acqua.... si riparte. La discesa è anche peggio della salita.... tanto che mi trovo a farla a zig zag, simulando la discesa con gli sci, per non rovinarmi le ginocchia. A metà discesa altra lapide.... i morti sul camino si sprecano.... e finora ho incontrato testimonianze di caduti più giovani di me. Vorrei fare un gesto scaramentico, ma avrei la sensazione di insultare la loro memoria. Arrivo in piano.

La strada sembra perdersi all'orizzonte ed è tutta mia, sono l'unico imbecille a piedi sotto il sole, senza che si possano vedere case, o luoghi abitati in nessuna direzione di sguardo.... bene!

Arrivo finalmente a Itero del Castillo, che sembra una malattia del fegato, più che un paese, e tutte le indicazioni spariscono. Prendo una direzione a caso, quando mi si avvicina un ciclista tedesco...e mi dice è di qua?.... io gli faccio non lo so, non ci sono indicazioni. Lui mi dice "aspetta qui, faccio prima io".

Lo vedo ritornare, non è di qua la strada.... arrivano due suoi compagni di pedale e aprono la carta.... individuano una strada, e si muovono in quella direzione facendomi cenno di aspettare. Da lontano si sbracciano, è quella giusta, hanno ritrovato un segnale.

Passo un pote su un fiume dal nome impossibile e mi ritrovo a lasciare la provincia di Burgos, per entrare in quella di Palencia.

Mi fermo a Itero de la Vega perchè sono veramente stanco, ma il gestore dell'Albergue non mi considera, dopo 10 minuti riprendo il cammino e l'albergatore mi insegue chiedendomi se volevo un letto, gli rispondo che lo volevo, ma non lo voglio più.

Lascio Itero de la Vega. Il prossimo paese è Boadilla del Camino, sono 8 lunghissimi chilometri, ma si sa che un passo dopo l'altro si arriva ovunque.

L'albergue municipal di Boadilla è brutto, mal tenuto e se non fosse per gli azulejos, assomiglierebbe di più a un campo di concentramento tedesco.

La Kapo è un po' scostante, ma chi se ne frega, io domani sarò on the road again e lei è condannata a restare qui.

Prendo possesso di un letto e vado nel bagno.... ho paura a fare la doccia, apro il rubinetto e ne esce un liquido marrone (che sia zyklon misto ad acido?)

Chiudo il rubinetto e chiedo spiegazioni. Il Municipio sta pulendo la cisterna del paese. Che culo! Pazienza, non ho intenzione di lavarmi con quella fanghiglia, resto sporco.

Lavo i miei indumenti e li stendo al sole, bevo due birre, mangio un panino e sono pronto per il letto.

 

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