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Riprendere l'obiettivo

 

Camminare per molto tempo da soli con sè stessi, appare come una terapia di cui molti avrebbero bisogno.

Se mi guardo intorno vedo troppe persone che non hanno dubbi, possiedono la certezza, coltivano il bisogno di sicurezza, di dimostrare a sé stessi, innanzi tutto, e al mondo successivamente, di essere granitici, senza esitazione alcuna, senza ombre nel vasto campo della nostra immensa ignoranza.

Lo studio della filosofia, per quanto superficiale e scolastico sia stati, mi sta presentando un conto salato, che ho deciso di onorare, perché penso che sia un dovere verso la vita, pur rendendomi conto che forse non tutti si sentono di affrontare questo severo giudizio analitico su sé stessi e preferiranno nascondersi fino al giorno della propria fine, dietro una manciata di pietose menzogne.

Ovviamente non osservo loro con sussiego,  ognuno fa e vive come meglio riesce e molti sono quelli che non riescono e pongono fine anzi tempo ai loro giorni. 

La mia è una sfida, ma ancora ben lontana dal poter essere dichiarata vinta, troppi passi e troppi pensieri si frappongono fra l'idea e la consapevolezza, l'intuizione e la realizzazione della comprensione.

Forse è questo il punto, la consapevolezza della mia immensa ignoranza e impreparazione di fronte ai punti fondanti dell'essere umano. La risposta è (forse) nel camminare senza avere un orizzonte facilmente raggiungibile, se non a piccole tappe, una dopo l'altra, centellinando la fatica del fisico e quella del cervello.

Non sappiamo con certezza se c'è la risposta, ma abbiamo prova che un orizzonte c'è, più o meno lontano, ma c'è. Va conquistato, perché non si trova a portata di mano e molti sono gli ostacoli che vi si frappongono.

Realizzare lentamente che la sfida contro sé stessi è un nonsense, semmai è la sfida a favore di sé stessi che ci porta lentamente a una linea di demarcazione sempre più lontana. Ci allontana da quell'orrenda categoria umana rappresentata dalla gente e ci fa scoprire le persone e (forse) alla fine, anche noi stessi..

Forse ne vale la pena, forse c'è ancora la speranza di dare un senso alle cose che anni di inutile perdita di tempo avevano nascosto nella soffitta del pensiero.

24 gennaio 2012

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