
Il Cammino di Santiago
da laico

Siamo quasi in fondo - 20 giugno 2013
Cosa si puo' dire quando si e' quasi alla fine?
In effetti si puo' dire tanto, si puo' parlare della macchina organizzativa del Camino Frances, si puo' parlare dell'opportunismo di pochi e della passione di tanti nell'accogliere chi si cimenta in questa prova; si puo' parlare delle comitive simil-aziendali col Filini di turno, sempre pronto a intonare "quel mazzolin di fiori".
Il Camino e' un mondo a parte e lo si vive bene se lo si percorre da soli. Quando si e' soli si ha modo di osservare meglio le miserie e i pregi della ordinaria umanita' che frequenta questi viottoli, fra salite e discese senza soluzione di continuita'.
Chi percorre il Camino in comitiva viene inevitabilmente risucchiato dal vortice della gazzarra e in quello perisce miseramente il senso stesso, quello spirituale e profondo, che questo percorso riveste anche per chi, come il sottoscritto, ci si e' avvicinato da laico.
La macchina organizzativa del turismo dei "finti pellegrini" e' altra faccenda. Si individua con facilita' il bus a 2 km. dopo la localita' di partenza, che lascia queste allegre comitive di idioti a 2 km. dalla tappa successiva, alla quale questi devoti arrivano belli arzilli, discutendo animatamente di niente, avendo fiato a disposizione.
Ci e' voluto un po' per capirlo, non mi rendevo conto di come legioni di miei coetanei, potessero essere cosi' freschi dopo avere percorso dai 25 a 30 km., e arrivassero prima di me agli albergues di destinazione.
Altra bella iniziativa sono gli avvoltoi travestiti da tassisti che presidiano le rotte del Camino per tentare il malcapitato che non ce la fa piu', per caricarlo a peso d'oro alla tappa successiva.
L'importante e' arrivare in fondo, avere qualche timbro sulla Credenziale, per ottenere l'agognata "Compostela" da esibire nel salotto di casa..... "sai io ho fatto il Camino di Santiago".
Anche questo e' un sogno destinato a finire, l'industrializzazione di un percorso fatto per l'essere umano e la sua mente, si sta lentamente trasformando in una prova simil-ginnica, di resistenza fisica.
A me resta una cosa che sento come un onore, cioe' di avere affrontato questo viaggio con lo spirito curioso di chi non cerca risposte, sapendo che non ce ne sono altre, oltre a quelle che gia' si sanno.
Il Camino di Santiago e' una guida spirituale anche per chi ha accantonato il problema della fede, una guida severa e amichevole, che ti mette sempre di fronte alle responsabilita' che ogni singola scelta quotidiana comporta; un'esperienza che ha al centro l'uomo e niente altro.