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Ci sarà un perchè

È difficile dire quando, è anche difficile stabilre come, definire il perchè è praticamente impossibile.

Sta di fatto che quarant'anni fa decisi che avrei percorso il cammino di Santiago dopo aver visto per la terza o quarta volta "La via Lattea" di Luis Buñuel ed esserne rimasto sconcertato.

Erano anni particolari quelli, anni di grandi cambiamenti, soprattutto di costume, e le idee, nuove e vecchie, scorrevano nelle pieghe della mente con una velocità fino ad allora sconosciuta.

Tutto era messo in discussione, come se l''ordine conosciuito fino a quel momento fosse troppo fragile e del tutto insoddisfacente.

Per mio conto, avevo ricevuto la mia sana educazione cattolica e non mi ero mai posto molte domande fino a quando, quindicenne, uscendo da messa, incappai in un corteo di Potere Operaio, che manifestava contro non so bene cosa, all''interno del quale riconobbi la mia insegnante di lettere e altre persone del quartiere, che mi era capitato altre volte di incontrare e che mi erano sembrate persone normali.

Invece no, avevo avuto il mio primo incontro ravvicinato con i "comunisti", come li chiamava mia madre con un'intonazione come se stesse, lei donna di fede profonda, bestemmiando.

Il fatto è che il mio spirito anarchico e insofferente alla disciplina, trovava per la prima volta una sponda che metteva in discussione le regole sociali preesistenti e forniva una qualche giustificazione alla voglia di ribellarsi alle cose che dovevano essere fatte perchè era sempre stato così e così avrebbe dovuto essere fino alla fine dei tempi.

Nel vortice dei cambiamenti, la passione per la musica diventò passione per le arti e per il pensiero e la testimonianza lasciata dall''uomo in vario modo attraverso i secoli, per mezzo della propria creatività.
Il cinema fu una delle passioni giovanili che mi portarono a seguire un percorso di conoscenza delle tecniche e delle modalità di quell'arte, così importante nella comunicazione con le grandi masse di persone che avrebbero potuto essere popolo e che invece di lì a qualche anno sarebbero diventate "la gente".
Ed eccoci dunque arrivati alla causa scatenante: la passione per il cinema che mi portò a guardare con molta attenzione l'opera di chi utilizzò questo strumento con finalità che andavano oltre il semplice intrattenimento tout court, artisti che avevano il "messaggio" oggetto di tante e tante discussione (spesso oziose) alla fine della proiezione, con moderatori che quasi sempre perseguivano l'obiettivo di trovare porti sicuri su cui diffondere il verbo di cui erano seguaci (rivoluzione, fede ecc. ecc.).
La strada della mia formazione aveva il suo bel daffare nel mostrarsi dritta, le mille e mille deviazioni che si prospettavano ogni giorno la rendevano incerta e insicura..... ma questo è un tratto comune a tutta la mia generazione.

 

09 settembre 2011

 

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