
Il Cammino di Santiago
da laico

Salite e discese
Dal Diario del Viandante
Molinaseca 14 junio 2013
Da Astorga a Rabanal del Camino è stata la pacchia, mi sono fermato ogni ora e mezza, birra, panino, cammino birra stuzzichino e passo dopo passo si arriva a Rabanal. Arrivato alla piazza, si pone la scelta se alloggiare nel lussuoso Nuestra Señora del Pilar o nello spartano Albergue Municipal.... me voi mi conoscete, no? Ovviamente anche stavolta Sparta vince sui persiani e mi dirico verso l'albergue municipal presidiato dall'efficientissimo Fernando, hospitalero specializzato in cui delle vesciche, specie se si tratta di quelle femminili, le rinomate "Ampolle" delle pellegrine.
Cena comune preparata dalla solita Paola, pellegrina piemontese, dopo che Barbara altra decisa pellegrina piemontese aveva sgombrato la cucina dall'occupazione brasiliana che rischiava di monopolizzare il tutto fino a tarda notte.
Sveglia alle 6, colazione alle 7 e alle 7.30 sono per strada, la strada sale, Passo da Focebadon, un posto dove un ex hippy gestisce una hostaria e si produce anche in lavoretti di artigianato che vende ai pellegrini... ovviamente se questi li comprano.
Alle 11.00 sono alla "Cruz de Hierro" un altro dei punti particolarmente significativi del Camino, presso il quali è d'uso che il pellegrino lasci una pietra che si è portato dietro lungo il percorso, come segno di remissione dei peccati in ricompensa della fatica svolta.
A Manjarin sosto alla tienda del templare, un tipo che ha deciso di perpetuare fino ai giorni nostri, il codice dell'Ordine Monastico Cavalleresco dei Cavalieri del Tempio. Caffè e dissetanti sono a disposizione dei pellegrini previa offerta in denaro.
La discesa fino a El Aceibo è traumatica, di una difficoltà inaudita, sia per la pendenza, sia per le pietre instabili che ne lastricano il percorso.
La tortura finisce in poco più di un'ora e meno male che a El Aceibo si può fare la pausa pranzo, ma Molinaseca è lontana, ancora 10 chilometri e con la salita e "quella" discesa nelle gambe sembra una distanza incolmabile. Oltretutto, dopo pochi chilometri di strada asfaltata si riprende per un sentiero molto accidentato, per quanto sia un bellissimo passaggio in un bosco.
Sia come sia, alle 17.30 sono arrivato a Molinaseca nell'albergue Municipal splendidamente restaurato. Nella stagione calda, è persino possibile dormire all'aperto, sotto la tettoia esterna.
Cena in una decorosa trattoria e poi a dormire, Dio sa se ce n'è bisogno.